Copertina |
Attore |
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Palumbo, Dolores |
Beatrice
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Scarpetta |
Felice Sciosciammocca
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Dettagli del film |
Genere |
Teatro |
Regista |
Scarpetta, Mario |
Autore |
Scarpetta, Eduardo |
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Lingua |
Italiano |
Durata |
122 min. |
Nazione |
Italia |
Colori |
Colore |
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Trama |
http://www.intratext.com/X/ITA1586.HTM (testo) http://www.gttempo.it/CopioniNapoli.htm http://web.tiscalinet.it/classezero/recita_9.htm
Le tre pecore viziose sono Fortunato, Camillo e Felice: tutti e tre sposati, che al dispetto delle mogli, se la spassano con altrettante giiovanissime donne, alle quali lasciano credere di essere scapoli e di avere la serissima intenzione di sposarle. I primi due sono avanti negli anni e vengono coinvolti in un rapporto nel quale il sentimento ci sta come cavolo a merenda; l'altro , il terzo, Felice, ancora giovane, suscita un sentimento più reattivo e attento, insomma meno epidermico e pragmatico.
Le pecore viziose sono Fortunato, Camillo e Felice che, a dispetto della loro situazione familiare, se la spassano con tre giovani donne alle quali lasciano credere di avere serie intenzioni di sposarle. Ma dovranno fare i conti con Beatrice, figura imponente e autoritaria, moglie di Fortunato, sorella di Camillo e zia di Felice, la quale tiene le redini di tutta la famigli, essendo la ricca proprietaria che amministra tutte le sostanze di casa.
La commedia scorre veloce e con momenti di vivace e fresca comicità, ruotando intorno al tema del vizio del marito che si lascia andare a divertimenti extraconiugali e della moglie ferita nell’orgoglio e giustamente restia al perdono. Intenzionale è anche la falsa solidarietà tra i “viziosi” che per effetto della loro ipocrisia imprime nel finale una direzione imprevedibile.
Scritta nel 1881 da Eduardo Scarpetta, la commedia si delinea nel più tipico stile del comico napoletano, che scrisse moltissime opere teatrali con un unico obiettivo: far ridere ad ogni costo, cercando di sfuggire alla mediazione del pensiero, assolutamente convinto che solo l’ilarità potesse offrire all’uomo l’occasione per difendersi dalla routine arida del vivere quotidiano, che annulla i sogni e le aspirazioni di ognuno. Si tratta di uno stile che all’epoca subì anche molte critiche, addirittura Scarpetta fu trascinato da D’Annunzio in una lunga azione legale per avere egli osato scrivere una parodia de “La figlia di Iorio”. Ma fra tante critiche ci fu anche chi si levò in difesa di Scarpetta, fra tutti l’autorevole filosofo Benedetto Croce. Ci troviamo di fronte certo ad un teatro leggero ma forse proprio per questa sua freschezza e semplicità estremamente godibile anche ai nostri giorni, proprio perché vuole costruire un’oasi di evasione senza limiti per la fantasia.
E la lezione di Scarpetta verrà ripresa e affinata dal figlio naturale Eduardo De Filippo che, grazie anche alla collaborazione con Pirandello, arrivò a quella comicità che passa attraverso la riflessione: dall’”umorismo” pirandelliano al “riso amaro” di De Filippo. |
Dettagli personali |
Visto |
No |
Indice |
473 |
Stato della collezione |
In collezione |
Posizione |
T3-Teatro |
Qualità |
59 |
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Dettagli del prodotto |
Formato |
DivX |
Regione |
Region 1 |
Nr di dischi/nastri |
1 |
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