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Troy (2004)
Copertina Attore
Julian Glover Triopas
Brian Cox Agamemnon
Nathan Jones Boagrius
Adoni Maropis Agamemnon's Officer
Jacob Smith Messenger Boy
Brad Pitt Achilles
John Shrapnel Nestor
Brendan Gleeson Menelaus
Diane Kruger Helen
Eric Bana Hector
Dettagli del film
Genere Azione; Drammatico; Romantico; Storico
Regista Wolfgang Petersen
Produttore Winston Azzopardi; Barbara Huber
Autore Homer; David Benioff
Lingua Italiano
Censura R
Durata 163 min.
Nazione USA
Colori Colore
Valutazione IMDB 6.9
Trama
Nell'anno 1193 a.C., Agamennone, l'antagonista della storia, è il re dei Greci e ha il dominio di tutta la maggior parte del mondo civilizzato. Solo la città di Troia, conosciuta per le sue potenti mura di difesa, rimane intoccabile.

Quando il giovane principe di Troia, Paride (interpretato da Orlando Bloom), rapisce la bella Elena portandola via, il marito, Menelao, re di Sparta convince il fratello Agamennone ad usare l'accaduto come pretesto per attaccare ed impossessarsi di Troia.

Achille (Brad Pitt) e i suoi guerrieri, reclutati da Agamennone, svolgeranno un ruolo cruciale nell'invasione,sebbene contrastati dall'esercito dei troiani comandato da Ettore (Eric Bana).

La storia inizia con una battaglia che due eserciti vanno a combattere, schierati in una piana, per il dominio della Tessaglia. Ma per risparmiare centinaia dei propri guerrieri (riccamente equipaggiati con armature di tipo arcaico, anche se di disegno complesso) , i due re mettono in campo i loro campioni, a cui viene affidato il compito di vincere lo scontro.

Al colossale avversario messo in campo dall'esercito tessalo (Boagrios), quello di Agamennone vorrebbe contrapporre Achille, che però è assente. Lo vanno a cercare e lo trovano addormentato in una tenda, assieme a due ragazze con cui ha passato la notte.

Si veste e arriva, rimproverato aspramente, al campo di battaglia. Al ragazzino che gli ha detto: «Ma il Tessagliano che affronterai,è l'uomo più grosso che abbia mai visto.Io non mi batterei con lui», Achille risponde: «Ecco perché nessuno ricorderà mai il tuo nome.». Oramai schierati entrambi, si arriva presto allo scontro: l'enorme guerriero che affronta Achille è un colosso pieno di cicatrici, dal cranio pelato e muscoli impressionanti, senza corazze protettive. Lancia due giavellotti al Pelide, che vengono facilmente evitati, poi l'eroe gli salta addosso e lo uccide con un preciso colpo di spada. La vittoria è per Agamennone, Achille ha vinto quasi con indifferenza.

Durante i colloqui di pace tra greci e troiani nasce l'appassionata relazione tra Paride e Elena, la moglie di Menelao, fratello di Agamennone. Quando il giorno dopo la partenza Paride chiede ad Ettore se gli vuole bene, sembra che nasconda qualcosa di terribile da dirgli, e infatti dalla stiva della nave esce Elena , che è fuggita con lui. A quel punto il guaio è fatto, e la giornata, che appariva propizia alla navigazione, diventa all'improvviso una tragedia.

Tornare indietro è l'unica soluzione, ma questo non accade, nonostante sia stato inizialmente deciso di fare così. Alla fine la flotta arriva a Troia con la regina greca. I Troiani accolgono i loro ambasciatori con giubilo, ma con Elena sono indecisi sul da farsi, sanno che le loro mura li proteggeranno da qualunque attacco ma anche che i greci arriveranno per vendicare l'affronto. Infatti, oramai la decisione tra Agamennone e Menelao è stata presa: quella di muovere guerra a Troia, e tutto sommato Elena è una scusa.

Achille viene avvertito dalla madre: lui può scegliere se vivere a lungo restando in patria o andare a cercare la gloria e morirvi dopo averla trovata. Lui, guerriero che disprezza la sua vita e cerca la gloria eterna, sceglie la seconda, e con 50 dei suoi fedelissimi attacca le spiagge di Troia per primo, nella mattina in cui la flotta achea arriva in vista della costa. Si tratta di una flotta immensa, ancorché composta da vascelli arcaici, in tutto sono oltre 1000 scafi che navigano in una formazione compatta, e poi si arenano direttamente sulle spiagge, dove fungeranno da caserme. ma nel frattempo, la nave del Pelide è già spiaggiata.

Achille e i suoi vengono accolti da nugoli di frecce che danno molto filo da torcere ai guerrieri di Achille e, uno di essi, arriva a colpire l'eroe con una freccia che trapassa la corazza senza scalfire il corpo. Achille ed i suoi, per evitare un nuovo scempio, si riparano a testuggine, avanzano fino ad uccidere con freccie scagliate a loro volta tutti gli arcieri, poi si scoprono ed iniziano a fare un massacro totale; Achille raggiunge il tempio di Apollo, uccide tutti coloro che lo affrontavano cercando di fermarlo, poi con la spada decapita la statua dello stesso Apollo, e la getta altrove. All'avvicinarsi di un gruppo di cavalieri guidati da Ettore, il principale difensore di Troia, scaglia un giavellotto con tale forza da perforare di netto lo scudo ed il corpo di Tettore, compagno dell'eroe Troiano, che crolla da cavallo. Ettore scaglia contro il Pelìde il suo di giavellotto ma fallisce il colpo; poi, insieme ai suoi guerrieri, insegue il fuggitivo all'interno del tempio.

Proprio lui arriva al galoppo con la sua cavalleria, ma commette l'errore di entrare nel tempio smontando da cavallo, e i suoi vengono massacrati dai fortissimi greci. Achille lo vede battersi con grande valore e alla fine gli intima di scappare via, che non è ancora l'ora di morire. Ettore se ne va, mentre Achille viene raggiunto dagli altri greci, tra cui Aiace, Menelao e Agamennone, felici della vittoria che ha ricacciato i troiani, in un giorno appena, dentro le loro mura.

Ma Achille non è, stranamente, soddisfatto. Lui è mosso da sentimenti oscuri e dal disprezzo della vita rispetto alla gloria. La schiava Briseide che ha catturato, ex-sacerdotessa di Apollo, intreccia con lui dialoghi sull'amore per gli dei e l'orrore della guerra.

Il giorno dopo i greci attaccano le mura di Troia, convinti che possano sfondare le difese nemiche. Ma i troiani sono pronti ad accoglierli. Arrivano al confronto i due campioni, Menelao e Paride. Il colossale Menelao, inveendo contro Elena che era agli spalti, sconfigge Paride e lo avrebbe certamente ucciso, sennonché Ettore lo difende e uccide il greco con un colpo di spada. A quel punto nasce la battaglia tra le file dell'esercito di Agamennone e la muraglia troiana pronta ad accogliere l'assalto degli invasori. I greci si scagliano sui troiani brandendo le lance ma gli arcieri, difendendo le mura e l'esercito del principe troiano, scagliano contro di loro innumerevoli frecce che fanno una grande strage di soldati nemici. Il principe troiano Ettore, alla vista di molti suoi compagni che stanno morendo colpiti dal gigantesco Aiace Telamonio, si scaglia contro il guerriero cercando di farlo indietreggiare; Aiace dà ad Ettore non poco filo da torcere sennonché il troiano, dopo una rialzata, lo uccide conficcandogli la sua spada nel petto. Agamennone avanza con i soldati greci ma gli arcieri, pronti, scagliano contro di loro un altro nugolo di frecce che getta a terra altrettanti nobili guerrieri; poi Ettore dà il via ed i suoi cominciano a respingere le schiere con i loro scudi e, caduti a terra, li trucidano con le lance. Arriva un'altra salva, questa volta di picche, che trafigge molti altri Greci ed Ettore, aiutato dai migliori combattenti Troiani, respinge ancora i nemici indietro; la battaglia diventa così una disfatta per gli Achei tanto che Agamennone dà l'allarme ed i suoi fuggono terrorizzati. Infine gli arcieri di Agamennone cominciano ad attaccare i fanti Troiani dalle retrovie, ma essi, rapidi, riescono a non essere trafitti riparandosi a testuggine. La battaglia termina e l'oceano di Greci a terra viene recuperato, per clemenza di Ettore, e bruciato nei roghi funebri, tutta la notte. Achille non ha partecipato alla battaglia per via che egli è adirato con Agamennone, che vigliaccamente gli ha tolto Briseide e l'ha data ai soldati della truppa. Mentre alcuni soldati achei tentano di usarle violenza, il pelìde arriva e la salva, e mentre uno di loro sta per ucciderla con un tizzone rovente egli glielo strappa di mano e glielo conficca nel collo, colpendo con il manico anche l'altro complice e gettandolo al suolo. Poi conduce la giovane sacerdotessa troiana all'interno del suo accampamento.

Tra Achille e Briseide scoppia la passione, che viene consumata nella tenda del Pelide, nell'accampamento greco.

I troiani nel frattempo decidono di contrattaccare i greci, per cacciarli via anche dalle spiagge. La battaglia inizia con il lancio di frecce incendiarie sulle dune della spiaggia: quella che sembra un'azione senza senso diventa chiara poco dopo, quando vengono lanciate dai versanti balle di fieno e sostanze incendiarie, che una volta passate sopra le frecce ancora accese, piombano come meteore nell'accampamento avversario. Ore dopo avviene la battaglia, che vede Achille, finalmente ritornato a combattere, riprendere il suo posto tra il gaudio di tutto l'esercito greco. Ettore si prepara, con un urlo tremendo lancia i suoi all'attacco e lo stesso fa Ulisse con i suoi Cefalleni e Achille con i Mirmidoni. Ettore uccide alcuni achei; Achille fa scempio di molti compagni del principe troiano fino a che Ettore, stanco delle sue atrocità, non lo affronta per ferirlo infine alla gola con la spada. Achille cade a terra, Ettore gli toglie l'elmo per farlo proprio ma scopre che quello che ha ucciso non è Achille ma un giovanotto che chiede, coperto di sangue, pietà; Ettore si commuove ed infine gli da il colpo di grazia. Ulisse è obbligato ad ordinare ai greci di ritirarsi ma avverte Ettore che dovrà ora confrontarsi con il cugino di lui, cioè contro il vero Achille, essendo stato l'altro Patroclo che, impaziente di battersi, ha indossato l'armatura del Pelìde ed è andato al combattimento per salvare le navi dalle fiamme Troiane.

Achille, appena saputo della notizia, arriva sotto le mura di Troia, infuriato, e urla ad Ettore di venire fuori. Il principe troiano saluta l'amata moglie e il figlio, e esce davvero, confrontandosi con Achille in un epico duello. Dopo un terribile scontro che vede di Achille e di Ettore due veri e propri eroi di pari forza, Ettore viene infine ucciso, e Achille, desideroso ancora di gloria e spregio totale nei confronti dell'uccisore del suo amato compagno e futuro Mirmidone, lo lega per i piedi dietro il suo carro e lo trascina nella polvere al piccolo trotto sotto gli occhi del padre, della moglie e di tutto il suo popolo che, sgomento ed atterrito alla vista del cadavere del loro più forte ed audace campione oltraggiato in tale modo, piangono ed Andromaca sviene dal dolore tra le braccia della principessa Elena. Infine il corpo di Ettore è portato nel campo greco, straziato, sotto lo sguardo dei nemici, e condotto infine dinanzi alla tenda del giovane guerriero acheo. La notte, nella tenda, del Pelide arriva Priamo, che supplica Achille di ridargli il figlio morto perché possa dargli esequie adatte. Lui, commosso dal coraggio e dalle suppliche del re, acconsente, pentendosi dell'atto compiuto, e dicendo ad Ettore defunto: "Ci rincontreremo presto, fratello."

I greci non sanno più che cosa fare, ma ad Ulisse, vedendo un soldato che intaglia un piccolo cavallo di legno, viene un'idea. Una mattina le spiagge sono rimaste deserte, tranne alcuni greci morti apparentemente di peste, mentre un'enorme cavallo di legno resta tra i relitti di alcune navi, e pare che sia un'offerta a Posidone per un ritorno sicuro a casa.

A quel punto i troiani, nonostante qualche dissenso, lo portano dentro le mura, ma non sanno che è una trappola in quanto nel cavallo ci sono soldati greci. Altri soldati greci, nel frattempo, si sono nascosti con la flotta in un'insenatura. Un cavaliere troiano li vede, sgomento, ma prima che possa fuggire a dare l'allarme viene colpito da delle frecce. Il destino si decide in tal modo.

La notte i greci escono dal cavallo, attaccano le sentinelle e aprono la porta alla massa di soldati sbarcata nel frattempo. È un successo pieno, e Troia viene data alle fiamme. Arriva anche Achille, alla ricerca di Briseide, che era tornata con Priamo a Troia.

Priamo viene ucciso da Agamennone, mentre nel frattempo alcuni troiani, tra cui Elena e Andromaca, scappano da un passaggio segreto verso il mare. Ad uno di loro viene data la spada dei re di Troia, usata senza successo da Paride contro Menelao. Il giovinetto si chiama Enea.

Briseide sta per essere uccisa dal capo dei greci Agamennone ma lei, dopo la provocazione da parte di Agamennone di costringerla a venire con lui in Grecia per fare da schiava, lo trafigge al collo con un pugnale. Due greci lì vicino, osservata la scena, prendono di forza la giovane troiana, ma prima che possano ucciderla arriva Achille che sgozza il primo e trafigge al petto il secondo, liberando Briseide. Subito dopo la liberazione della schiava troiana amata dal Pelide, arriva Paride che, visto Achille che tenta di portare la sacerdotessa in salvo, afferra un freccia la tende nell'arco e la scaglia contro Achille, colpendolo al tallone sinistro, il suo unico punto mortale; dopo un urlo soffocato di dolore, voltandosi, scopre che Paride, il rapitore di Elena, lo aveva colpito mortalmente al piede; gli piomba addosso ma prima che possa colpirlo ed ucciderlo con la spada, Paride gli bersaglia il petto di frecce fino a quando Achille, sconfitto, non si getta a terra strappandosi i dardi dall'invulnerabile petto. Dopo aver salutato Briseide un'ultima volta con abbracci e baci muore in mezzo all'aiuola mentre Briseide, presa per il braccio dal cugino, viene portata in salvo, e insieme con Paride scappa da Troia in fiamme. Troia è finalmente rasa al suolo e diventata un cumulo di ceneri, e il mattino dopo un'alta pira viene eretta in una delle piazze anche per Achille con Ulisse riflessivo che prepara il suo corpo per la cremazione e gli sussura un'ultima frase: "Trova la tua pace fratello". Mentre il fuoco brucia alto nel cielo, si sente fuori campo la voce di Omero che canta le gesta di questi uomini che si sono battuti a Troia, e dice queste estreme parole: <>.
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