I Racconti di Padre Brown -5- I tre strumenti |
Copertina |
Attore |
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Renato Rascel |
Padre Brown
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Arnoldo Foà |
Flambeau
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Cesare Barbetti |
Il dottor Hirsch
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Luigi Basagaluppi |
L'ufficiale del controspionaggio
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Giorgio Bonora |
Il duca di Valognes
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Giancarlo Bonuglia |
Ispettore di polizia
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Bruno Cattaneo |
Brun il pacifista
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Vittorio Duse |
Il giornalista francese
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Evar Maran |
La guardia
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Brizio Montinaro |
Armagnac l'ateo
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Dettagli del film |
Genere |
Drammatico; Mistero |
Regista |
Vittorio Cottafavi |
Autore |
Edoardo Anton; G.K. Chesterton |
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Lingua |
English |
Nazione |
USA |
Colori |
Colore |
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Trama |
I racconti di padre Brown è il titolo di uno sceneggiato televisivo prodotto dalla RAI nel 1970 e diretto da Vittorio Cottafavi. La riduzione televisiva, curata da Edoardo Anton, era tratta dagli omonimi Racconti dello scrittore inglese Gilbert Keith Chesterton.
La serie di sei puntate, trasmesse dal canale nazionale RAI fra il 29 dicembre 1970 e il 2 febbraio 1971, incontrò un grande successo di pubblico (una puntata totalizzò circa 21 milioni di spettatori) grazie soprattutto alle qualità dei due attori protagonisti: Renato Rascel, perfetto (anche fisicamente) nel ruolo di padre Brown e Arnoldo Foà, nei panni di Flambeau, l'inafferrabile ladro convertito e riportato sulla retta via da padre Brown fino a diventarne il fidato e validissimo compagno di avventure. |
Dettagli personali |
Visto |
No |
Indice |
1156 |
Stato della collezione |
In collezione |
Posizione |
T3-Serie |
Collegamenti |
IMDB
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Qualità |
79 |
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Dettagli del prodotto |
Formato |
DivX |
Regione |
Region 1 |
Nr di dischi/nastri |
1 |
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Note
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Prima degli anni '70 la Rai si era cimentata con notevole successo nella produzione di serie poliziesche: il tenente Sheridan, impersonato da Ubaldo Lay, e il commissario Maigret, impersonato dal grandissimo Gino Cervi, erano stati i protagonisti indiscussi del giallo televisivo italiano. Nel 1970 destò quindi molta curiosità l'annuncio di una nuova serie poliziesca che avrebbe avuto come protagonista principale non il classico poliziotto ma, caso molto particolare, addirittura un prete.
La serie televisiva in questione era tratta dall'opera letteraria di Gilbert Keith Chesterton, uno dei più grandi scrittori inglesi del '900, e il prete che ne era il protagonista era padre Brown: l'attore a cui era stata assegnata questa parte era Renato Rascel.
La carriera di Renato Rascel, all'anagrafe Renato Ranucci, era costellata da una serie innumerevole di successi: era un famoso cantante e compositore di canzoni (fra le tante canzoni che ha scritto vi erano le celeberrime e internazionali "Arrivederci Roma" e "Romantica") ed era innanzitutto un grande attore sia drammatico (memorabile l'interpretazione nel 1952 ne "Il cappotto" di Lattuada) che comico (la sua comicità surreale era stata la chiave di volta del successo di una lunga serie di riviste di Garinei e Giovannini). Aveva davanti a sé una sfida molto importante per la sua carriera di attore: riuscire a rappresentare il piccolo prete scaturito dalla penna dello scrittore inglese Gilbert Keith Chesterton senza far rimpiangere sir Alec Guinness che, negli anni precedenti, aveva vestito l'abito talare del pretino inglese sullo schermo cinematografico.
Renato Rascel era perfetto per l'interpretazione di padre Brown: non aveva alcun problema a calarsi nei panni del piccolo prete inglese ed era l'interprete giusto per riuscire a portare sul piccolo schermo il candore, l'umanità, ma anche la furbizia e l'ironia di questo strano investigatore. In ogni episodio della serie televisiva i criminali avevano facilmente partita persa contro il buonsenso e la furbizia di padre Brown. Una delle caratteristiche che differenziava enormemente le investigazioni condotte da padre Brown rispetto a quelle degli investigatori più classici, erano le analisi psicologiche basate sul presupposto che la persona che aveva commesso il delitto non era altro che una pecorella smarrita da riportare al più presto all'ovile.
La serie televisiva de "I racconti di Padre Brown" annoverava anche un altro grandissimo attore che vestiva i panni del ladro Flambeau: Arnoldo Foà. Flambeau era un furfante redento fino a un certo punto: aiutava padre Brown nella risoluzione dei casi investigativi ma, periodicamente, continuava a cadere in tentazione e a commettere qualche ulteriore reato. La coppia composta da questi due grandi attori conquistò con facilità il pubblico televisivo dell'epoca che premiò questa serie con una media di ascolto di 18,9 milioni di telespettatori piazzandosi al decimo posto della classifica dei programmi più visti del 1971.
"I racconti di padre Brown" furono registrati adoperando una doppia modalità: gli interni furono ripresi con la tecnica cosiddetta AMPEX (registrazione video-magnetica o RVM) mentre gli esterni, girati quasi esclusivamente in Inghilterra, furono girati con tecnica cinematografica. |
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