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Babel (2006)
Copertina Attore
Brad Pitt Richard
Cate Blanchett Susan
Mohamed Akhzam Anwar
Peter Wight Tom
Harriet Walter Lilly
Trevor Martin Douglas
Matyelok Gibbs Elyse
Georges Bousquet Robert
Claudine Acs Jane
André Oumansky Walter
Dettagli del film
Genere Drammatico; Thriller
Regista Alejandro González Iñárritu
Produttore Ahmed Abounouom; Steve Golin
Autore Guillermo Arriaga
Lingua Italiano
Censura R
Durata 143 min.
Nazione Francia
Colori Colore
Valutazione IMDB 7.7
Trama
Quattro realtà diverse e apparentemente distanti tra loro si troveranno unite nel filo dell'esistenza tracciata da Alejandro González Iñárritu, considerato il più espressivo cineasta messicano vivente.

Una coppia americana segnata dal dolore della morte del loro figlio, una famiglia marocchina, una badante messicana e una famiglia giapponese, tutti accomunati dal senso tragico del mondo. Iñárritu traccia così la sua visione del mondo, cruda, desolante e violenta, fatta di contrasti e di sbagli destinati a stravolgere la stessa vita di un uomo.

È la stupidità che porterà i due fratelli marocchini a sparare contro il pullman turistico e a ferire quasi mortalmente la giovane americana (interpretata da Cate Blanchett). È ancora lo sbaglio che porterà la badante messicana a fidarsi di suo nipote, ubriaco e incosciente. La stupidità come motore propulsore di danni irreversibili, piccole cause per grandi effetti ("Non sono cattiva, ho fatto solo una cosa stupida" come dice la baby-sitter messicana ai due bambini che accudisce).

Ma in questo teatrino dell'incoscienza tutti vengono assolti, non esistono assassini, siamo tutti delle vittime, così i due fratelli marocchini così la badante messicana. Non c'è nessuna volontà di ferire, di far male, la sofferenza è ineluttabile in Babel. La sofferenza è il vero protagonista del film. Una sofferenza tragica, imprevista, senza senso che trascina tutti nel baratro della solitudine. Soprattutto significative almeno due scene del film: la prima inquadra un Brad Pitt, stravolto dall'incidente capitato alla moglie, che chiama a casa per sentire la voce dei suoi figli. La macchina da presa si allontana e l'attore rimane solo, in piedi a piangere appoggiato al telefono a muro. La seconda scena riguarda la ragazza giapponese, nuda e sola cha abbraccia suo padre nella visione di una Tokyo notturna che non dorme mai.

La figura della giapponese è forse il personaggio che commuove di più. Una ragazza costretta a fare i conti non solo con i classici problemi adolescenziali ma anche con il proprio handicap, il sordomutismo, che si sente rifiutata dai suoi coetanei, sempre in imbarazzo per i propri limiti fisici, sola perché nessuno accetta la diversità. Una ragazza che non chiede altro che essere amata (significativa la scena in cui lei cerca di baciare il suo dentista), che non chiede altro che un contatto, semplicemente per dimenticare di essere diversa, di essere sola, senza scuse.

La sofferenza e la solitudine fanno da elementi unificatori della diversità etnica e geografica dei vari personaggi. Il Marocco, gli Stati Uniti, il Messico e il Giappone, quattro paesi distanti tra loro si avvicinano per la stessa esperienza del reale: il dolore e la solitudine. Da qui il significato del titolo, Babel. La Torre di Babele è per Iñárritu la metafora di una diversità apparente, di distanze vicine. Tutti parliamo lingue diverse ma tutti ci ritroviamo a parlare con le parole della sofferenza.

Babel non è un film sull'incomunicabilità del mondo post-moderno, Babel è il film sulla comunicabilità attraverso il linguaggio del dolore. C'è una visione assolutamente universalistica che traspare nel film che non può venir capita se si pensa a questo come un ennesimo prodotto artistico sulla difficoltà di comunicare.

Sofferenza e solitudine in contrasto con la voglia di essere amati e di non essere più soli. Il polo del reale e il polo del desiderato. Due estremi, due contrasti che si scontrano in una lotta manichea. La stessa struttura del film è basata sui contrasti, sia uditivi che visivi. Nel primo caso si segnala la scena in cui l'urlo di dolore di Cate Blanchett viene "spezzata" dal silenzio della sordità della ragazza giapponese, nel secondo caso il contrasto che gioca la visone di un Marocco puro e desolato associato alla visone di una Tokyo frenetica e ipertecnologica.

Ultimo, ma non per importanza, la musica di chiusa scelta da Iñárritu, Bibo no Aozora scritta e musicata da Ryuichi Sakamoto. Una canzone strumentale in cui le note del piano scivolano malinconicamente accompagnate da lamento degli archi, come a voler essere paragone della stessa vita dei personaggi del film. Un film struggente, malinconico, a tratti deprimente ma allo stesso tempo delicato e speranzoso, sicuramente un film che lascia il segno.
Dettagli personali
Visto No
Indice 1494
Stato della collezione In collezione
Posizione T2-Attori
Collegamenti IMDB
Qualità 99
Dettagli del prodotto
Formato DivX
Regione Region 1
Nr di dischi/nastri 1