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La bisbetica domata
Copertina Attore
Solenghi, Tullio
Bonomo, Francesco
Dettagli del film
Genere Commedia; Teatro
Regista Tarasco, Matteo
Autore William Shakespeare
Lingua Italiano
Durata 112 min.
Nazione Italia
Colori Colore
Dettagli personali
Visto No
Indice 1785
Stato della collezione In collezione
Posizione T3-Teatro
Qualità 99
Dettagli del prodotto
Formato DivX
Regione Region 1
Nr di dischi/nastri 1
Note
Appunti di regia
W.Shakespeare scrisse "La bisbetica domata" per una compagnia di soli uomini, che si chiamava "Gli uomini di Lord Prembroke", nella quale egli stesso recitava nei primi anni novanta del cinquecento, ovvero all'inizio della sua carriera. Il titolo originale inglese, "The thaiming of the shrew", indica che il protagonista della storia non è la bisbetica Caterina, bensì Petruccio, colui che compie l'azione della dominazione (thaming).
Petruccio non domina in Caterina soltanto una donna bisbetica, egli tiene sotto controllo anche il "femminile", quell'istanza intima e spesso devastante, che anima l'essere umano a prescindere dal genere sessuale.
La storia che Shakespeare ci racconta non è dunque soltanto un duello tra un uomo e una donna, ma è la messa in scena dell'eterno conflitto tra maschile e femminile, i due archetipi base della vita.
E come avviene tutto questo? Shakespeare aveva previsto un prologo che inducesse gli spettatori della commedia ad entrare più agilmente nella storia della dominazione. In queste scene che contengono e introducono la commedia che ha per titolo "La bisbetica domata", uno spettatore, il povero ubriacone Sly, si addormenta sulla scena a causa di un eccessivo tasso alcolico.
Una compagnia di amici, di attori, vedendolo, decide di fargli uno scherzo, quando si risveglierà gli faranno credere di essere un ricco signore e così il povero Sly si ritroverà a "recitare la parte" del nobile Petruccio, in una sorta di sogno ad occhi aperti, un gioco di specchi in cui il burlato, diverrà burlatore e con la forza del proprio desiderio erotico riuscirà a dominare la bisbetica Caterina.
Abbiamo pensato di mettere in scena "La bisbetica domata" con una compagnia di soli attori uomini non soltanto per amore della tradizione elisabettiana, ma anche per riscoprire la forza misteriosamente contemporanea contenuta dalle parole dei personaggi femminili shakespeariani se interpretati da uomini. Ovviamente non si tratta di uno spettacolo en-travesti, che traviserebbe il senso profondo della commedia; e ovviamente non si tratta di una "omosessualizzazione" della storia, che svierebbe dal nucleo centrale del conflitto tra opposti. "Qui si gioca a fare sul serio" e il nostro è un gioco molto serio, come il teatro è, e sempre dovrebbe essere, un gioco nel quale alcuni uomini giocano (nel senso inglese di to play, che significa anche recitare) il ruolo delle donne, insieme ad altri uomini che giocano il ruolo degli uomini.
Questo gioco è -secondo la definizione di Shakespeare- "Una molto divertente commedia", che contiene anche il lato oscuro, farsesco e in fondo tragico, nel quale si cela il senso segreto dell'eterno conflitto tra eros e psiche.

Matteo Tarasco
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Una delle commedie più famose e divertenti di William Shakespeare messa in scena, come vuole la tradizione elisabettiana, con una numerosa Compagnia tutta al maschile tra cui spicca il nome di Tullio Solenghi.

Sì perché Shakespeare scrisse La bisbetica domata per una compagnia di soli uomini, gli "Uomini di Lord Prembroke”, nella quale egli stesso recitava: erano i primi anni novanta del ‘500, ovvero l’inizio della sua carriera.

Il titolo originale inglese, The taming of the shrew, indica che il protagonista della storia non è la bisbetica Caterina, bensì Petrucchio, che non domina in Caterina soltanto una donna bisbetica, ma tiene sotto controllo anche il “femminile”, quell’istanza intima e spesso devastante, che anima l’essere umano a prescindere dal genere sessuale.

La storia che Shakespeare ci racconta non è dunque soltanto un duello tra un uomo e una donna, ma è la messa in scena dell’eterno conflitto tra maschile e femminile, i due archetipi base della vita.