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Train de vie (1998)
Copertina Attore
Lionel Abelanski Shlomo
Rufus Mordechai
Clément Harari The Rabbi
Michel Muller Yossi
Agathe de La Fontaine Esther
Johan Leysen Schmecht
Bruno Abraham-Kremer Yankele
Marie-José Nat Sura
Gad Elmaleh Manzatou
Serge Kribus Schtroul
Dettagli del film
Titolo originale Train de vie
Genere Commedia; Drammatico; Guerra; Romantico
Regista Radu Mihaileanu
Produttore Marc Baschet; Ludi Boeken
Autore Radu Mihaileanu; Moni Ovadia
Lingua Italiano
Censura R
Durata 103 min.
Nazione USA
Colori Colore
Valutazione IMDB 7.6
Trama
Il film comincia con l'apparizione di Shlomo e l'inizio del suo racconto che vedrà protagonista il villaggio dove vive e la sua salvezza. La storia si sviluppa quasi integralmente come un flashback ambientato in uno shtetl (villaggio ebraico dell'Europa dell'Est nel '41). La rottura dell'equilibrio si ha quando Shlomo, il pazzo del villaggio, avvisa i suoi concittadini che, nei paesi vicini, gli ebrei stanno venendo deportati dai militari nazisti. Si riunisce così il consiglio degli anziani che, grazie proprio all'illuminante idea di Schlomo, decide di organizzare un finto treno di deportazione che accompagni tutto lo shtetl in Palestina passando per l'Unione Sovietica. Ci si divide i compiti tra le parti dei militari nazisti, dei deportati e del macchinista, grazie anche al lavoro di falegnami, sarti e a Schmecht, insegnante ebreo di tedesco accorso per istruire i finti soldati nazisti. Giacché i villaggi vicini iniziano a sospettare qualcosa, gli abitanti anticipano la partenza per una "auto-deportazione" su un vecchio treno, rimesso in sesto in modo da sembrare una vera vettura nazista, con tanto di vagoni per deportati e vagoni-letto per i soldati. Sulla via incontreranno non poche difficoltà, facendosi più volte scoprire e fermare dalle forze militari dell'Asse; tuttavia, grazie a rocamboleschi espedienti, riescono di volta in volta a scamparla. Cominciano a sorgere problemi persino all'interno della comunità, dove ebrei deportati, ebrei convertiti al credo comunista ed ebrei-nazisti cominciano a dar vita ad una serie di grotteschi battibecchi legati ai diritti degli insoliti viaggiatori del treno, arrivando perfino al punto in cui i comunisti designano i soviet dei vagoni di deportazione, in opposizione alla politica "dal braccio di ferro" di Mordechai, il mercante di mobili a capo dei finti nazisti. Ma gli abitanti dello schtetl non ingannano solo i militari tedeschi: per tutta la durata del viaggio, dei sabotatori della resistenza comunista tenteranno di far saltare il treno, credendolo un vero treno di deportazione, sia pur con scarsi risultati. Proprio quando sembrano essere scoperti da una truppa tedesca, la compagnia di ebrei si unisce ad una carovana di zingari i quali, travestiti da tedeschi, avevano fermato per un controllo il "treno fantasma". Lo squinternato treno riesce a raggiungere il confine sovietico, trovando la tanto sognata "salvezza" ed essendo finalmente liberi di ritornare nella terra promessa. Alla fine della storia, Schlomo racconta di come molti siano rimasti nell'Unione Sovietica per sposare la causa comunista, di come molti fossero tornati in Palestina (principalmente gli zingari) e di come altrettanti avessero preferito andare in India (soprattutto gli ebrei). Nei pochi ultimi fotogrammi Schlomo aggiunge: "Questa storia è vera... o quasi" e, dopo un allargamento di inquadratura, lo si può vedere sorridente dietro al filo spinato di un campo di concentramento; facendo capire, con un finale inaspettato, che quella surreale e divertente storia fosse un espediente per raccontare la tremenda realtà dell'olocausto.
Dettagli personali
Visto
Indice 2149
Stato della collezione In collezione
Posizione T1-Drammatici
Collegamenti IMDB
Qualità 99
Testo utente 2 Doppio
Dettagli del prodotto
Formato DivX
Regione Region 1
Nr di dischi/nastri 1