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L'idiota (1951)
Copertina Attore
Setsuko Hara Taeko Nasu
Masayuki Mori Kinji Kameda
Toshirô Mifune Denkichi Akama
Yoshiko Kuga Ayako
Takashi Shimura Ono, Ayako's father
Chieko Higashiyama Satoko, Ayako's mother
Eijirô Yanagi Tohata
Minoru Chiaki Mutsuo Kayama, the secretary
Noriko Sengoku Takako
Kokuten Kôdô Jumpei
Dettagli del film
Titolo originale Hakuchi
Genere Drammatico
Regista Akira Kurosawa
Produttore Takashi Koide
Autore Fyodor Dostoevsky; Eijirô Hisaita
Lingua Japanese
Durata 166 min.
Nazione Japan
Colori Bianco e Nero
Valutazione IMDB 7.5
Trama


Situato tra 2 capolavori – Rashomon (1950) e Vivere (1952) – è uno dei più grandi film mancati nella storia del cinema. Finissimo conoscitore di Dostoevskij, forse lo scrittore europeo da lui più amato, con lo sceneggiatore Eijiro Hisaita (Non rimpiango la mia giovinezza, 1946), Kurosawa traspone l'azione del romanzo (1868-69) dalla Pietroburgo aristocratica del secondo '800 al Giappone settentrionale del primo dopoguerra nel mondo dei ricchi mercanti. Non è più il disarmante candore di Kameda/Myskin (M. Mori) a meritargli l'appellativo di “idiota”, ma il suo totale disinteresse per il denaro che fa amministrare dal ricco Akama/Rogožin (T. Mifune). Il male di cui soffre Kameda ha una connotazione storica: a Okinawa nel 1946 era finito per errore davanti a un plotone di esecuzione come criminale di guerra. Lo choc è incancellabile. Lungo 265 minuti al montaggio finale, doveva essere distribuito in 2 parti di 2 ore e un quarto, ma il presidente della Shochiko ordinò il taglio di un'ora che venne eseguito all'insaputa del regista. La critica giapponese fu quasi unanime nel distruggere il risultato anche se più tardi, dopo il Leone d'oro veneziano a Rashomon, avrebbe cambiato idea. L'ossessiva aderenza di Kurosawa alla lettera e soprattutto allo spirito del romanzo ne fanno nel bene e nel male (la verbosità teatraleggiante, il puntiglioso, perfino eccessivo scavo psicologico dei personaggi, la musica pervasiva di Fumio Hayasaka) il più sconvolgente film dostoevskiano mai realizzato. Contribuisce a questo risultato il paesaggio di neve e di ghiaccio della nordica Sapporo, specchio metaforico della semplicità spirituale e della solitudine del protagonista. Bianco e nero di Toshio Ubukata. “Adoro Dostoevskij, ma non filmerò mai L'idiota dopo Kurosawa” (A. Tarkovskij).
Dettagli personali
Visto No
Indice 2635
Stato della collezione In collezione
Posizione T1-Drammatici
Collegamenti IMDB
Qualità 99
Dettagli del prodotto
Formato DivX
Regione Region 1
Sottotitoli Italiano
Nr di dischi/nastri 1