Musica, battito di cuore, parole straniere. Con quale mezzo l'uomo comunica con i suoi simili? Jacques Audiard, nel protagonista di "De battre mon coeur s'est arrêté", sembra fondere insieme la sordomuta e il galeotto del suo precedente Sulle mie labbra: Thomas è un ragazzo che sbriga affari loschi per il padre ma sogna di trovare la sua espressione nella musica seguendo le orme della madre morta, una famosa concertista. Per superare il provino che gli permetterebbe di iniziare la nuova carriera, si mette nelle mani di una musicista cinese che è appena arrivata in Francia e non parla la lingua. L'incomunicabilità domina la vita di Tom: nel gioco di tradimenti che lo porta a fingere prima con la moglie del suo migliore amico e poi con l'amico stesso, nel dialogo con un russo che, involontariamente, cambierà la sua esistenza, nell'impossibilità di terminare la sua audizione da concertista. Fino a quando compare sullo schermo la didascalia "due anni dopo" e, se si scopre che il bel Romain Duris ha trovato in qualche modo la sua voce, è il film a perdere comunicatività, volendo spiegare tutto per essere convincente. |