Copertina |
Attore |
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Sophie Marceau |
Marguerite
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Marton Csokas |
Malcom
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Zaccai, Johathan |
Philibert
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Dettagli del film |
Titolo originale |
L'âge de raison |
Genere |
Commedia Romantica |
Regista |
Yann Samuell |
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Lingua |
Italiano |
Durata |
97 min. |
Nazione |
Francia |
Colori |
Colore |
Valutazione IMDB |
5,3 |
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Trama |
Margaret è una donna in carriera. Non le manca nulla, ha un collega che la ama, ha eleganza, denaro e potere. Il giorno del suo quarantesimo compleanno, però, un vecchio notaio di provincia le recapita la prima di una serie di lettere che lei stessa si scrisse una volta raggiunta l'età della ragione, vale a dire i sette anni, per assicurarsi un promemoria sulle priorità della vita quando, avanzando con l'età, la ragione si sarebbe persa confusamente per strada. Scopriamo, dunque, che Margaret manca di qualcosa: non ha un passato, poiché l'ha sepolto nella memoria e interrato per bene affinché non potesse riaffiorare mai più. Scorrendo la sua filmografia ci si può forse mettere in guardia, ma a chi entra in sala "al buio", il film di Yann Samuell può provocare un gradito effetto sorpresa. Come se fosse una valigetta cartonata della misura di un giocattolo che si crede non possa contenere che poco o nulla e invece risulta piena di piccoli fantasiosi manufatti, che ne ridefiniscono immediatamente le possibilità d'utilizzo. Dentro una confezione piuttosto rigida, con un inizio all'insegna dello stereotipo e un finale che purtroppo non evita la retorica, le sorprese sono tante, a tanti livelli. Innanzitutto la prova eccellente di Sophie Marceau nei panni di una "sassy girl" cresciuta nel mito del denaro (che non aveva) senza perdere in umorismo e sincerità, quindi il bricolage visivo, che combina i diversi materiali e colori in cui sono ritratte le due epoche mescolandole via via sempre più, e infine, o soprattutto, l'idea narrativa, forte, in grado di tenere insieme testo e sottotesto in maniera compatta. Certo, le metafore non sono sussurate (lo scavatore di buchi, la questione della maternità), c'è un ricordo esplicito (ma rivisitato, in quanto a toni) dell'Amélie di Jeunet, e il tutto si inscrive nel quadro di almeno un paio di mode: quella delle "cartoline" dal sud della Francia e quella che mette volentieri l'uno di fronte all'altro il bambino ipermaturo e l'adulto bloccato, ma, nonostante questo, Carissima me è equilibrato nel suo squilibrarsi in favore del presente (i flashback sono belli ma giustamente contenuti) e onesto nelle ambizioni, non smisurate. "Diventa chi sei", l'augurio della piccola provinciale Marguerite a se stessa da grande, è anche il motto di Emerson, filosofo trascendentalista ma pragmatico, padre della cultura yankee, ma forse andrebbe girato al regista di questo film, perché, in fondo, l'impressione ultima è proprio quella di un francese che gioca (ancora) a fare l'americano. Scava più a fondo, Yann. |
Dettagli personali |
Visto |
No |
Indice |
4130 |
Stato della collezione |
In collezione |
Data d'acquisto |
19/09/2013 |
Posizione |
T2-Commedie Straniere |
Qualità |
99 |
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Dettagli del prodotto |
Formato |
DivX |
Regione |
Region 1 |
Nr di dischi/nastri |
1 |
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