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Lovelace (2015)
Copertina Attore
Saeyfried, Amanda Linda Lovelace
Sharon Stone Dorothy
Temple, Juno Patsy
Dettagli del film
Genere Biografico; Drammatico
Regista Epstein, Rob
Lingua Italiano
Durata 93 min.
Nazione USA
Colori Colore
Valutazione IMDB 6,2
Trama
Linda Susan Boreman, ventunenne della Florida, incontra e successivamente sposa Chuck Traynor, proprietario di un night club. Chuck avvia Linda sulla strada del cinema porno (e non solo), facendo leva sulla sua principale abilità: la fellatio. Nasce così il fenomeno Linda Lovelace, protagonista di Gola profonda, il primo film hardcore sdoganato dal circuito a luci rosse, e un campione di incassi mondiale: 600 milioni di dollari, di cui solo 1250 approdati nelle tasche della protagonista.
Da questo particolare avrebbe forse dovuto partire Lovelace, il biopic diretto da Rob Epstein e Jeffrey Friedman, poiché la storia di Linda assume un senso (e un interesse) oltre la semplice biografia solo se la si racconta per quello che è stata: la cartina di tornasole di un'epoca, i primi anni Settanta, ricca di contraddizioni. Lo intuiscono anche i due registi, ex documentaristi (Lo schermo velato, The Times of Harvey Milk per cui Epstein da solo ha ricevuto un premio Oscar) passati al cinema di finzione con Urlo. Infatti i primi minuti del film sono un incrocio di ricostruzione fictional e di quegli spezzoni di notiziari televisivi e talk show che hanno contribuito ad elevare Gola profonda a icona pop, al punto che quel titolo diventò il nome in codice dell'informatore dello scandalo Watergate.
Geniale anche la primissima scena del film, che segue la protagonista alla guida di un'automobile per poi arretrare fino a mostrarci che quel che vediamo è una scena di Gola profonda proiettata davanti ad una platea gremita: se Lovelace avesse esplorato fino in fondo questa dimensione di "film nel film", dando spazio ad un ragionamento sul cinema come voyeurismo e sull'illusorietà dell'immagine filmica, Epstein e Friedman avrebbero potuto firmare un capolavoro.
Certo, non era facile per loro dire qualcosa di nuovo dopo il documentario Inside Gola profonda, abilissimo nel raccontare il fenomeno nelle sue svariate angolazioni attraverso interviste e materiali di archivio. Ma proprio perché Lovelace è un lavoro di finzione avrebbe potuto (dovuto?) sdoganarsi dai canoni del biopic televisivo e avventurarsi lungo una narrazione più creativa, prendendosi quelle libertà artistiche che il documentario non sempre consente. Invece Lovelace si sviluppa sulle corde del melodramma, scegliendo di fare della protagonista una vittima tout court. La complessità umana dell'attrice e le sue contraddizioni sono azzerate in favore di una lettura moraleggiante e colpevolista (della madre di Linda, recitata da Sharon Stone come uno stereotipo da Mammina cara, e del marito violento) davvero inspiegabile da parte di due registi con un passato di impegno civile nel demolire i pregiudizi della moral majority.
In questo modo fallisce anche quella visione binaria che era un'altra intuizione del film, ovvero il doppio racconto della storia di Linda, come appariva al pubblico e come l'ha raccontata lei nell'autobiografia Ordeal. Anche questa rilettura cinematografica è privata della sua potenza narrativa nell'aderire allo stereotipo tanto nel racconto "percepito" quanto in quello "reale". E la parte in cui si racconta l'industria del porno dei gaudenti anni Settanta appare molto più coinvolgente di quella in cui si rivela l'odissea nascosta di Linda, novella Cappuccetto Rosso nelle mani del Lupo Cattivo.
Risulta perdente anche il confronto con un altro film di finzione che racconta un periodo non lontano e un identico ambiente, Boogie Nights di Paul Thomas Anderson, attraverso la biografia di un'altra star inconsapevole, sebbene non corrispondente ad un unico personaggio realmente esistito. Laddove Anderson si manteneva in equilibrio fra ironia e compassione, raccontando quel mondo come un frattale della società americana (e hollywoodiana) e aprendo squarci di profondità riflessiva, Epstein e Friedman restano in superficie, accontentandosi di cavalcare l'onda della curiosità pruriginosa verso una donna la cui "arte" è diventata parte dell'immaginario cinematografico collettivo, benché di serie B.
Dettagli personali
Visto No
Indice 4924
Stato della collezione In collezione
Data d'acquisto 15/04/2015
Posizione T1-Drammatici
Qualità 79
Dettagli del prodotto
Formato DivX
Regione Region 1
Nr di dischi/nastri 1