Le leggi hanno il senso dello spirito? Senza dubbio un umorismo, assolutamente involontario, abita le aule, gli uffici, i cunicoli di quell'entità misteriosa che è l'Amministrazione, madre prolifica delle leggi, disposizioni. circolari, normative, procedure che accompagnano l'individuo nella sua faticosa professione di cittadino. Nessuno come Frassinetti ha saputo dar voce a questo "spirito": sia questione del trionfo di un funzionario nella nobile gara per l'"avanzamento"; o di un'avventata circolare sulle matite; o di un pover'uomo che, perduto per i corridoi del Ministero, finisce al canile in luogo d'un cane suo omonimo; o infine sia questione di un congresso che ha per oggetto se stesso e celebra i fasti dell'organizzazione per l'organizzazione (come chi dica: l'arte per l'arte), la penna aguzza e feroce di Frassinetti ci consegna della "ministerialità" un'immagine più vera del vero. Esercizi virtuosistici di un'intelligenza che mima la stupidità, di una ragione che si misura con il "barocco", queste satire contengono nella loro allarmante verisimiglianza un avvertimento: non si dà caricatura di un mondo, quello burocratico, dove il grottesco è norma, dove l'assurdo è elevato a principio di vita.