Di Ilde Ce N'è Una Sola
Andrea Vitali
Garzanti (2013)
In Raccolta
#480
7*
Romanzo
Fiction
Epub - Ebook 9788811139041
Italian
In luglio a Bellano fa un caldo della malora. L’aria è densa di umidità e il cielo una cappa di afa. Eppure l’acqua che scorre rombando tra le rocce dell’Orrido è capace di tagliare in due il respiro, perché è fredda gelata, certo, ma anche perché nelle viscere della roccia il fiume cattura da sempre i segreti, le passioni, gli imbrogli, le bugie e le verità che poi vorrebbe correre a disperdere nel lago, sempre che qualcuno non ne trovi prima gli indizi. Come per esempio una carta d’identità finita nell’acqua chissà come e chissà perché. Brutta faccenda. Questione da sbrigare negli uffici del comune o c’è sotto qualcosa che compete invece ai carabinieri?
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No, non è un refuso. Andrea Vitali ha scritto proprio così: giometra. Non a caso l’autore gioca con questo neologismo molti capitoli: la storpiatura del sostantivo costituisce una precisa scelta stilistica e un astuto espediente narrativo, utile per dipingere la maschera di un personaggio e la sua meschina anima borghese.

Lessico colloquiale; frasi brevissime spezzate per aumentare l’enfasi; ritmo lento anzi lentissimo per inseguire i personaggi da vicino e studiare la loro vita, come un entomologo studia le formiche. Se il grande antropologo Claude Lévy-Strauss sosteneva che l’uomo va studiato come si studiano le formiche, l’autore sembra aver imparato la lezione, trasformandola in una narrativa che mette sotto la lente d’ingrandimento i minimi gesti, le espressioni, le caratteristiche ambientali in cui si muovono i nostri scarafaggi, dotati di una varia ma non stupefacente umanità.

Nei personaggi di Vitali l’essenza sembra precedere l’esperienza: c’è chi nasce con un “caratterino pieno di aghi”, chi “con i maccheroni in testa”, chi con le scarpe da lavoro ai piedi, chi “giometra”, inesorabilmente attratto dalle figure nello spazio. Non si tratta di essenze definite, intendiamoci: le stesse note possono comporre infinite canzoni.

Questo romanzo racconta l’Italia piccola, quella della profonda provincia, quella dei primissimi anni settanta che somiglia, nei problemi e nelle ossessioni, alla stessa che si è trascinata fin qui oltre i duemila: abbiamo passato la soglia da un pezzo, perdendo i pezzi. I decenni sono svaniti, ma i soliti ritornelli sono rimasti: nascono dalle note dei nostri genomi e dalla cultura del nostro paese; suonano provinciali anche nelle città più grandi, figuriamoci nei piccoli centri. E così, tra un sorso di rosso e una forchettata di brasatino, le miserie e le prevaricazioni e i ricatti e le furbizie e le incomprensioni dei rapporti tra i diversi sessi, età e classi sociali sfilano sornioni, sotto la solita spessa lente d’ingrandimento.

Mentre l’autore segue il cammino delle sue formiche con tenera ironia, il mistero della carta d’identità si risolve e si dissolve in un fine quasi lieto, nella tranquillità di una caldissima estate. Andiamo a vedere come va a finire.
Dettagli prodotto
N. di pagine 160
Dettagli personali
Letto SI (11/12/2014)
Collocazione Calibre
Proprietario Zabot, Marco
User Defined Fields
Inizio Lettura 10/12/2014
Fine Lettura 11/12/2014
Collocazione Mia Calibre
Da leggere No
Consultazione No
Num. Volte letto 1
Note
La storia della CdI nell'orrido è già presente in altro racconto. Qui è il fulcro della storia.