Inghilterra, XVIII secolo. Un'epoca di grandi cambiamenti, con la rivoluzione industriale alle porte e le colonie americane in procinto di proclamare l'indipendenza. Ingenti fortune sono legate al controllo della principale fonte di energia, il carbone, estratto in abbondanza ma con metodi schiavisti nelle miniere scozzesi. Ed è per il possesso di nuovi giacimenti che complottano i Jamisson, potente famiglia di proprietari terrieri minacciati da un improvviso dissesto finanziario. Con l'intrigo e l'inganno hanno messo a punto un piano che può farli brillantemente uscire dalle difficoltà. Ma non hanno fatto i conti con il giovane McAsh, un minatore che ha deciso di spezzare le catene della schiavitù, e con la bella Lizzie, figlia della piccola aristocrazia conquistata agli ideali della libertà. Dalla profonda Scozia delle miniere alle piantagioni di tabacco del Sud americano, ancora una volta Ken Follett ci racconta una storia d'amore, coraggio, ambizione, vendetta, in una lotta che attraversa gli anni e i continenti fino ai confini di "un luogo chiamato libertà".
Dewey |
823.914 |
N. di pagine |
465 |
Altezza x Larghezza |
200
x
130
mm |
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Fine Lettura |
09/03/2013 |
Collocazione Mia |
To-Left-2 |
Numero |
S-002 |
Da leggere |
No |
Consultazione |
No |
Num. Volte letto |
1 |
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Un libro abbastanza usuale di Ken Follet. Siamo sempre alle solite. Un povero, ma forte ed intelligente, giovane scozzese quasi schiava che si vuole emancipare. Una ragazza, prima piena di se che poi diventa alla mano, che passa un sacco di traversie per arrivare ad unirsi al giovane di cui sopra. E non mancano certamente il fratello cattivo e quello quasi buono, il cattivo cattivo e la giustizia corrotta. A Dumas sarebbe piaciuto.