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Delitto e castigo
Copertina Attore
Glauco Mauri Porfiri Petrovic)
Roberto Sturno Raskolnikov
Silvia Ajelli Sonja Marmeladova
Dettagli del film
Genere Drammatico; Teatro
Regista Glauco Mauri
Autore Fëdor Michajlovic Dostoevskij.
Lingua Italiano
Nazione Italia
Colori Colore
Trama
Lo svolgimento dei fatti è quasi tutto a Pietroburgo, nel corso di un'afosa estate. L'epilogo invece si svolge nella prigione-fortezza di una località non espressamente nominata, sulle rive del fiume Irtyš (fiume del bassopiano della Siberia occidentale). Dovrebbe trattarsi di Omsk, ove era presente una struttura per lavori forzati, conosciuta bene da Dostoevskij per avervi scontato egli stesso una condanna.

Il romanzo ha il suo evento chiave in un duplice omicidio a scopo di rapina: quello premeditato di un'avida vecchia usuraia e quello imprevisto della sua mite sorella più giovane, per sua sfortuna comparsa sulla scena del delitto appena compiuto. L'autore delle uccisioni è il protagonista del romanzo, un indigente studente pietroburghese chiamato Raskol'nikov, e il romanzo narra la preparazione dell'omicidio ma, soprattutto gli effetti emotivi, mentali e fisici che ne seguono.

Dopo essersi ammalato di "febbre cerebrale" ed essere stato costretto a letto per giorni, Raskol'nikov viene sopraffatto da una cupa angoscia, frutto di rimorsi, pentimenti, tormenti intellettuali e soprattutto la tremenda condizione di solitudine in cui l'aveva gettato il segreto del delitto; presto subentra anche la paura di essere scoperto, che logora sempre di più i già provati nervi del giovane: troppo gravoso per lui è sostenere il peso dell'atto scellerato. Fondamentale sarà l'inaspettato incontro con una povera giovane, Sonja, un'anima pura e pervasa di una fede sincera e profonda, costretta però a prostituirsi per mantenere la madre tisica e i fratelli. La giovane offre alla solitudine del nichilismo di Raskol'nikov la speranza e la carità della fede in Dio. Questo incontro sarà determinante per indurlo a costituirsi e ad accettare la pena. Ma il vero riscatto avverrà per l'amore di Sonja che lo seguirà anche in Siberia. Il delitto era stato compiuto: non è stata la Siberia il castigo, ma la solitudine e la mancanza di vero amore.

Oltre al destino di Raskol'nikov, il romanzo, con la sua lunga e varia lista di personaggi, tratta di temi comprendenti la carità, la vita familiare, l'ateismo e l'attività rivoluzionaria, con la pesante critica che Dostoevskij muove contro la società russa coeva. Sebbene rifiutasse il socialismo, il romanzo sembra criticare anche il capitalismo che si stava facendo strada nella Russia di quel tempo.

Raskol'nikov reputa di essere un "superuomo" e che avrebbe potuto commettere in modo giustificato un'azione spregevole — l'uccisione della vecchia usuraia — se ciò gli avesse portato la capacità di operare dell'altro bene, più grande, con quell'azione. In tutto il libro vi sono esempi di ciò: menziona Napoleone molte volte, pensando che, per tutto il sangue che versava, faceva del bene. Raskol'nikov pensa di poter trascendere questo limite morale uccidendo l'usuraia, guadagnando i suoi soldi, ed usandoli per fare del bene. Sostiene che se Newton o Keplero avessero dovuto uccidere un uomo, o addirittura un centinaio di uomini, per illuminare l'umanità con le loro leggi e le loro idee, ne sarebbe valsa la pena.

Il vero castigo di Raskol'nikov non è il campo di lavoro a cui è condannato, ma il tormento che sopporta attraverso tutto il romanzo. Questo tormento si manifesta nella suddetta paranoia, come anche nella sua progressiva convinzione di non essere un "superuomo", poiché non ha saputo essere all'altezza di ciò che ha fatto.
Dettagli personali
Visto
Indice 1877
Stato della collezione In collezione
Posizione T3-Teatro
Qualità 99
Dettagli del prodotto
Formato DivX
Regione Region 1
Nr di dischi/nastri 1
Note
C’è molto teatro in questo primo dei grandi romanzi che resero celebre all’estero il nome di Dostoevskij e che rimane il più noto e popolare ancora oggi. Teatrali sono i grandi effetti che accompagnano una vicenda a sfondo poliziesco, ma soprattutto tali risultano essere i rapporti tra il giovane Raskolnikov, autore dell’omicidio di una vecchia usuraia (e, accidentalmente, anche della sorella di lei), e il giudice Porfiri Petrovic, incaricato dell’istruttoria di un crimine di cui conosce già il colpevole, ma aspetta che questo vada spontaneamente a denunciarsi. Ricchissimo di eventi, il romanzo di Dostoevskij (1821-1881) si dirama in una grande quantità di personaggi (tra gli altri, la giovane Sonja Marmeladova, che prostituendosi cerca di venire in aiuto alla sua famiglia; l’alcolizzato padre della ragazza che vive solo dell’ammirazione della sua seconda moglie Caterina Ivanovna) e fa del gesto di Raskolnikov lo specchio su cui si riflettono, mescolandosi, i principali motivi che agitavano l’Ottocento e la Russia in particolare: le idee sociali di Marx, ma anche le niciane lusinghe del superuomo, gli individuali tormenti esistenziali e il misticismo rinunciatario e messianico nel quale Dostoevskij tendeva a identificare l’essenza dello spirito russo.