Approdato a una tarda, linguacciuta, rissosa età, Barney Panofsky impugna la penna per difendersi dall'accusa di omicidio, e da altre calunnie non meno incresciose, diffuse dal suo arcinemico Terry McIver. Così, fra quattro dita di whisky e una boccata di Montecristo, Barney ripercorre la vita allegramente dissipata e profondamente scorretta che dal quartiere ebraico di Montreal lo ha portato nella Parigi dei primi anni Cinquanta e poi di nuovo in Canada, a trasformare le idee rastrellate nella giovinezza in "sitcom" decisamente popolari e altrettanto redditizie.
Dewey |
813.54 |
N. di pagine |
440 |
Altezza x Larghezza |
200
x
130
mm |
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Inizio Lettura |
13/10/2008 |
Fine Lettura |
22/10/2008 |
Collocazione Mia |
To-Left-2 |
Numero |
D-020 |
Da leggere |
No |
Consultazione |
No |
Num. Volte letto |
1 |
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Decisamente simpatico da leggere. Non so perché ma Mr. Panofsky ma mi ricorda Paperon de Paperoni. Una raccolta completa di difetti ma comunque simpatico. Una apertura (chissà quanto realistica) sulla convivenza nel Quebec. Dovrò verificare con una casa amica che ci fa la giornalista.
Una pecca (che poteva facilmente evitata) il glossario al fondo del libro. Eddai! Cosa ci voleva a mettere le note a pie pagina ? Un errore che non mi sarei aspetto da Adelphi.