Il ladro di merendine è il terzo «giallo» di Andrea Camilleri ad avere come protagonista Salvo Montalbano, il commissario di stanza a Vigàta, «il centro più inventato della Sicilia più tipica».
Dopo La forma dell'acqua e Il cane di terracotta questo è il terzo «giallo» di Andrea Camilleri ad avere come protagonista Salvo Montalbano, il commissario di stanza a Vigàta, «il centro più inventato della Sicilia più tipica». Questa volta Montalbano - preoccupato peraltro di evitare la promozione a vicequestore, che significherebbe compromissione burocratica e rinuncia ai propri capricci investigativi - sospetta l'esistenza di un collegamento tra due morti violente: quella di un tunisino imbarcato su di un motopeschereccio di Mazara del Vallo e quella di un commerciante di Vigàta accoltellato dentro un ascensore. Per Camilleri la Sicilia di oggi è fonte continua di ispirazione e di scoperta, di intrecci di romanzo poliziesco e di osservazioni su di un costume magari inquietante ma certamente non statico; soprattutto gli suggerisce un linguaggio, una parlata mai banale né risaputa. Tutto il contrario delle metafore viete e irritanti adoperate dagli uomini dei servizi segreti con i quali Montalbano si trova a scontrarsi duramente: figure retoriche sempre più incapaci di reggere il discorso della «ragion di stato» quando ormai, come osserva il nostro commissario, «praticamente serviamo due stati diversi».
LoC Classification |
PQ4863.A3894 .L33 1996 |
Dewey |
853.914 |
N. di pagine |
247 |
Altezza x Larghezza |
170
x
121
mm |
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Fine Lettura |
17/01/2006 |
Collocazione Mia |
To-left-3 |
Da leggere |
No |
Consultazione |
No |
Num. Volte letto |
1 |
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