Gennaio 1925. Mentre il Duce si assume alla Camera la responsabilità del delitto Matteotti, su una sperduta isola italiana, sede di una Colonia penale per delinquenti comuni e prigionieri politici, viene trovato il cadavere di una camicia nera. A indagare su questa morte, e su quelle che seguiranno, è chiamato un giovane commissario senza illusioni, né fascista né antifascista, un piccolo malinconico eroe involontario. Ha una moglie resa folle dalla tristezza, dalla solitudine e dagli influssi malefici che aleggiano sull'isola. Che sembra intanto sprofondare in una sorta di incantesimo sempre piú insondabile, tanto che forse, ormai, allontanarsi è davvero impossibile...
«Da allora, anche anni e anni dopo che gli eventi si furono conclusi, conclusi e mai dimenticati, ogni volta che guardava il mare, e vedeva la schiuma di un'onda spaccarsi su uno scoglio, e sentiva le gocce che si schiacciavano sul vetro della finestra a cui appoggiava la fronte, ogni volta, ovunque si trovasse, gli tornava in mente la notte che arrivò sull'isola».
N. di pagine |
224 |
Altezza x Larghezza |
200
mm |
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Letto |
SI (29/10/2012) |
Proprietario |
Rita Travaglino |
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Prestato da |
Rita Travaglino |
Fine Lettura |
29/10/2012 |
Da leggere |
No |
Consultazione |
No |
Num. Volte letto |
1 |
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La storia è raccontata con uno stile che può piacere o meno, un sacco di descrizioni troppo fiorite mentre la trama si sviluppa assai poco fino al finale troppo breve e succinto. Interessante la pazzia di Hana e il tema di Ludovico. Ben descritto invece il carattere dei personaggi: Mazzarino, Valenza e il commissario.